0.1 navecta, navecti, naveta, navete, navetta.
0.2 Da nave. || Per 3 DEI s.v. navetta 2 ipotizza dubitativamente una derivazione dal fr. navette (ripreso dal GDLI s.v. navetta 3); ma cfr. navìcola che include nella stessa voce i signif. di 'nave di piccole dimensioni' e di 'strumento in legno a forma di piccola nave'.
0.3 Tristano Ricc., XIII ex. (tosc.): 1.
0.4 In testi tosc.: Tristano Ricc., XIII ex. (tosc.); San Brendano pis., XIII/XIV.
In testi sett.: Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311.
In testi sic.: Senisio, Declarus, 1348 (sic.).
0.6 N Doc.: cit. tutti i testi.
0.7 1 Imbarcazione di piccole dimensioni (anche in contesti fig.). 1.1 Fig. 2 [Eccles.] Recipiente di forma allungata che contiene l'incenso usato nella liturgia. 3 [Tess.] Nel telaio, strumento in legno a forma di piccola nave che contiene la spola.
0.8 Sara Ravani 29.09.2023.
1 Imbarcazione di piccole dimensioni (anche in contesti fig.).
[1] Tristano Ricc., XIII ex. (tosc.), cap. 18, pag. 39.15: Ma lo ree Marco manda incontanente una navetta per T., e ddappoi che fue venuto alo ree incomincioe a ffare la maggiore allegrezza che mai si vedesse fare a nnessuno cavaliere.
[2] San Brendano pis., XIII/XIV, pag. 78.19: Et presi dei fructi dela terra et di tutte gennerationi di gemme, et lassato 'l dicto di procurator et 'l giovano, sam Blendano coi frati sula loro navecta saglicteno, et cominciono a navicare per mezzo del'oscurità.
[3] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 41.25, pag. 251: Ma naveta de sam Pe, / che De' ge mise per nozé, / speso fi corlaa da l'onda, / ma zà mai no l'afonda.
[4] Maramauro, Exp. Inf., 1369-73 (napol.>pad.-ven.), cap. 17, pag. 291.16: Burchio è una navetta per la qual passa la gente li fiumi; e ne sono assai in Lombardia ne la riva de Po.
[5] Francesco da Buti, Purg., 1385/94 (tosc.occ.), c. 2, 37-51, pag. 42.11: Questa navetta significa l'assoluzione de la colpa de la santa chiesa la quale va sopra l'acque...
[6] Gradenigo, Quatro Evangelii, 1399 (tosc.-ven.), c. 10.76, pag. 68: Ne la navetta con sua schera accolta / saglìo Iexù, et ecco una tempesta / se levò in mare con fortuna molta, / per che la navicella avea molesta, / coprendose più volte da quelle onde / che la voltava in quella parte e 'n q(ue)sta.
[1] Sam Gregorio in vorgà , XIV m. (lig.), Prologo, pag. 71.30: E guardando lo bem che ò perduo, ème pu greve lo mar che porto e son conquasciao da li marosi d' un gram mar, e la naveta de la mente è feria de gram tempesta.
2 [Eccles.] Recipiente di forma allungata che contiene l'incenso usato nella liturgia.
[1] Gl Senisio, Declarus, 1348 (sic.), 5r, pag. 92.24: Acera re... vas ubi ponitur incensum, quia dicitur [ab] acer et fit; quia in modum navis fit, ideo dicitur navecta.
[2] GlSenisio, Declarus, 1348 (sic.), 54v, pag. 51.19: vel est illud vas quod tenet incensum, quod vulgariter dicitur navetta.
[3] Doc. tosc., a. 1362/65, pag. 250.5: II candellieri dorati con ismalti nel pomello, di mar. X, onc. VI, per fior. VII fior. LXXV, sol. VI. I oncensiere et I navetta et I culiere dorati, di mar. VI, onc. V, per fior. VIII fior. LIII.
3 [Tess.] Nel telaio, strumento in legno a forma di piccola nave che contiene la spola.
[1] Senisio, Caternu, 1371-81 (sic.), vol. 1, pag. 158.14: Item per dui navecti et bucculi di lizu c.viij et unu pectini tr. v g. x.