PATERE (1) v.

0.1 pate, patente, patere.

0.2 Lat. patere (DEI s.v. patere).

0.3 Fr. da Barberino, Doc. Am., 1314 (tosc.): 1.

0.4 In testi tosc.: Fr. da Barberino, Doc. Am., 1314 (tosc.); Deca terza di Tito Livio, XIV m. (fior.).

In testi sett.: <Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.)>.

0.5 Locuz. e fras. essere patente 2.

0.7 1 Apparire o essere palese. 2 Essere patente: estendersi in superficie.

0.8 Cristiana Di Bonito 21.09.2017.

1 Apparire o essere palese.

[1] Fr. da Barberino, Doc. Am., 1314 (tosc.), pt. 4, 1.3, vol. 2, pag. 351: Lo documento primo / ch'ella ci dà non limo, / ché per sé pate a tutti manifesto. / Vuo' tu conoscer questo, / che dei d'amor volere / e d'ogni cosa avere?

[2] <Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.)>, c. 21, 19-33, pag. 470, col. 1.7: Di color d'oro. Segue 'l poema mostrando patere in lui un scalero, in lo quale descendea alme beate e ascendea; come appare.

2 Essere patente: estendersi in superficie.

[1] Deca terza di Tito Livio, XIV m. (fior.), L. 6, cap. 42, pag. 169.15: La nuova Cartagine è così situata: egli è uno seno di mare quasi nel mezzo della marina contrada di Spagna massimamente al vento Africo opposto, e cinquecento passi ritratto in entro, e poco più di passi è in latitudine patente. || Cfr. Liv. VI, 42.7: «et quingentos passus introrsus retractus, paululo plus passuum [mille et ducentos] in latitudinem patens».