0.1 tenabre, tenebr', tenebra, tenèbra, tenebre, tenebri, tenevri, trenabre, ttenebre.
0.2 Lat. volg. tenebra (DELI 2 s.v. tenebra).
0.3 Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.): 2.2.
0.4 In testi tosc.:Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.); Albertano volg., 1275 (fior.); Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.); Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.); Lett. sen., XIII u.v.; Simintendi, a. 1333 (prat.).
In testi sett.: Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.); Cronica deli imperadori, 1301 (venez.); Belcalzer (ed. Ghinassi), 1299/1309 (mant.); Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311; Fiore di virtù, 1313/23 (bologn.); Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342; Poes. an. O dolzo Yesu, XIV (bergam.); Lucidario ver., XIV.
In testi mediani e merid.: Proverbia pseudoiacop., XIII (abruzz.); Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.); Simone Fidati, Ordine, c. 1333 (perug.); Preci assis., XIV pm.; De li sengni, XIV m. (rom.); Destr. de Troya (ms. Parigi), XIV (napol.).
In testi sic.: Giovanni Campulu, c. 1315 (mess.); Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.); Stat. catan., c. 1344.
0.5 Nota tenebre, tenebri, tenevri (sing.), tenèbra (per esigenze rimiche), tenebri (con accento incerto: tènebri [/ tenebrî]).
Locuz. e fras. andare in tenebre 3; essere in tenebra 3; fare tenebra 1.1; in tenebre 2.1.1; sedere in tenebre 3; stare in tenebre 3, 4.2.
0.7 1 Mancanza di luce, oscurità completa (spesso al plur.). 1.1 Lo stesso che notte. Locuz. verb. Fare tenebra. 1.2 Meton. Condizione di oscurità (o mancanza di luce) correlata alla prigionia (anche in contesto fig.). 1.3 [Eccles.] [Al plur.:] funzione liturgica celebrata nei tre giorni che precedono la Pasqua. 2 Estens. Oscurità o opacità visiva (anche temporanea). 2.1 Fig. Condizione di assenza di evidenza. 2.2 Fig. Cessazione del ricordo e della continuità della conoscenza relativa a qno o qsa. Estens. Condizione di dimenticanza e ignoranza. 2.3 Fig. Condizione di scarsa chiarezza mentale, torpore della mente. Estens. Mancanza di lucidità propria di chi commette errori. 3 Fig. Condizione di sviamento e ottundimento morale (spec. rif. allo stato di chi si trova al di fuori della grazia divina). 3.1 Estens. Ciò che è male. 4 Fig. Momento di estrema difficoltà o degradazione personale; condizione avversa. 4.1 Rovina, sciagura. 4.2 Condizione di angoscia e afflizione.
0.8 Matteo Luti 11.04.2022.
1 Mancanza di luce, oscurità completa (spesso al plur.).
[1] Albertano volg., 1275 (fior.), L. III, cap. 37, pag. 216.5: nel Genesì si legge qua(n)do D(omi)nedio divise la luce dala tenebra (e) lo die dala nocte...
[2] Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.), L. II, dist. 6, pt. 4, cap. 5, pag. 170.10: E poiché l'animale è nato quasi ad oriente, venendo da la tenebre a la luce, cresce e sale per fine al mezzo del suo tempo che· lli è dato, e poi demenema, e descende, e mette lo capo giù e va ad occidente.
[3] Bono Giamboni, Vegezio, a. 1292 (fior.), L. 4, cap. 26, pag. 170.17: E posciachè quegli della cittade, posta giuso la paura, si riposano abbandonate le guardie, pigliata altra cagione nelle tenebre della notte, colle scale nascostamente vengono, ed in sulle mura salgono...
[4] Proverbia pseudoiacop., XIII (abruzz.), 219, pag. 37: Fuge l' omo na tenebre, se la luce li noce.
[5] Lett. sen., XIII u.v., pag. 50.14: siate come luce luminosa intra l' oscure tenebre...
[6] Lucidario pis., XIII ex., L. 1, quaest. 11, pag. 39.32: chiamasi lo cielo Impirio, et quello est di sì grande splendore che lo cielo Cristallino est quasi tenebre appo quello...
[7] Dante, Convivio, 1304-1307, III, cap. 5, pag. 182.1: lo mondo è sì ordinato che, volta la spera del sole e tornata ad uno punto, questa palla dove noi siamo in ciascuna parte di sé riceve tanto tempo di luce quanto di tenebre.
[8] Belcalzer (ed. Ghinassi), 1299/1309 (mant.), Rubriche, pag. 39.11: Capitol de l'ombreia. Capitol de la tenebra.
[9] Giovanni Campulu, c. 1315 (mess.), L. 4, cap. 43, pag. 172.3: in l'arbùrj pari ki sia mischitata la luchi de lu suli cum la tenebra de la nocti, fini in tantu ki lu suli, muntandu jn altu, cacha omni tenebra...
[10] Almansore volg., XIV po.q. (fior.), L. X, cap. 19, pag. 890.7: E quando lo 'nfermo àe acute infertadi, et elli fuge di vedere il lume, e fugge a le tenebre...
[11] Jacopo della Lana, Inf. (Rb), 1324-28 (bologn.), c. 4, v. 67, pag. 184.10: dixe com' el non era ancor passado molto spacio de tempo per loro da ch'ello se dessedò ch'el vide una luminiera la qual vinzeva emisperio de tenebre...
- [Con rif. a una delle dieci piaghe d'Egitto, secondo la Bibbia].
[12] Fiore di virtù, 1313/23 (bologn.), cap. 11, pag. 179.7: La nona fo tenebre che 'l dì se convertì in nocte.
[13] Guido da Pisa, Fiore di Italia, a. 1337 (pis.), cap. 16, pag. 44.20: furono fatte le tenebre sì fatte, che non possieno vedere l'uno l'altro; e queste tenebre furon sì folte, che multa gente affogò. E, dove erano li giudei, era luce e non tenebre.
- [Con rif. all'oscurità che avvolse la terra alla morte di Cristo, secondo il Vangelo].
[14] Questioni filosofiche, p. 1298 (tosc. sud-or.), L. I, pt. 1, cap. 12, pag. 34.10: Cristo quando fue morto e 'l sole obscurò, e stette obscurato per tre hore, (et) in tanto fue nocte k'erano tenebre sopra la terra...
[15] Chiose Sfera, p. 1314 (fior., pis.), IV, 23, pag. 200.17: Il die che 'l Signore Nostro Iesu Cristo ricevette passione, essendo fatte le tenebre per tutta la terra, i filosafi ch'erano ad Atena non poteano di ciò trovare la cagione ne le cose naturali...
[16] Boccaccio, Filocolo, 1336-38, L. 5, cap. 54, pag. 627.6: il sole oscurò, essendo la luna in quintadecima, e tutta la terra universalmente sostenne tenebre per più ore...
[17] Poes. an. O dolzo Yesu, XIV (bergam.), 124, pag. 38: Da l'ora sesta intro a nona, / grande tenebri apars illora: / tuto lo sol sì s'ascurì...
- [Con rif. a uno dei segni della fine del mondo, secondo l'Apocalisse].
[18] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), De die iudicii, 18, pag. 196: Le temporé figure tut han dessomentir, / La lux del sol in tenebre sí s'á tut convertir...
[19] De li sengni, XIV m. (rom.), 16, pag. 358: gran sengni serraco in cielo, / che llo sole schurarane / in tenebre como lo mondo in prima, / e lla luna in sangue nero, / e lle stelle caderando de cielo.
- [Con rif. all'oltretomba infernale].
[20] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), De anima cum corpore, 141, pag. 59: Illó staram in tenebre o è grameza dura, / O è grameza e plangi, crïor suspir pagura, / Horror tremor angustia preson e destregiura, / Dragon serpent demonii e grand malaventura.
[21] Libro della natura degli animali (B), XIII ui.di. (pis.), cap. 53, pag. 308.2: teneasi [[scil. Lucifero]] sì forte come Dio, e per la sua superbia fu gittato di cielo in terra, in tenebre e in fuoco...
[22] Elucidario, XIV in. (mil.), L. 2, quaest. 43, pag. 160.10: [D.] Quenta pena à li fantin pizinini ke no in batezadi? M. Tenebre solamente.
[23] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 62.19, pag. 352: enter l'etenrnar fornaxe; / unde no è zà mai paxe, / ma dolor senza mesura, / spuza, tenebre e calura, / solfaro e fogo pinaxe.
[24] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 3.87, vol. 1, pag. 49: Non isperate mai veder lo cielo: / i' vegno per menarvi a l'altra riva / ne le tenebre etterne, in caldo e 'n gelo.
[25] Lucidario ver., XIV, L. 1, quaest. 136, pag. 71.9: como Moyses deliberò lo popolo Israel dalo re Faraon de Egipto e menò-lo in terra de promisione, tuto similantemente ne liberò lo fiolo de Deo dele tenebre de l'inferno e mise no' in la via per andaro al regno de celo...
- [In contesto fig.].
[26] Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), De amore, L. I, cap. 6, pag. 281.20: disse Yzaia: quando tu arai vers[at]a la anima tua al'afamato et l'anima africta del povero arai ripiena nascerà la luce tua in nele tenebre, e le tenebre tuoie serano come lo sole in nel mezodìe...
[27] Guittone, Lettere in prosa, a. 1294 (tosc.), 3, pag. 45.19: «Occhi che sono in tenebre costumati, non puono el raggio de sonma vertù guardare: tenebre veggiano e tenebre approvan bone».
[28] Dante, Convivio, 1304-1307, I, cap. 13, pag. 59.4: Questo sarà luce nuova, sole nuovo, lo quale surgerà là dove l'usato tramonterà, e darà lume a coloro che sono in tenebre ed in oscuritade, per lo usato sole che a loro non luce.
[29] Andrea Cappellano volg., a. 1372 (fior.), L. 2, pag. 317.23: Nessuna cosa alli buoni de' parere sì grave, come di vedere oscurare prodezza da tenebre di povertà...
1.1 Lo stesso che notte. Locuz. verb. Fare tenebra.
[1] San Brendano pis., XIII/XIV, pag. 42.36: Qui à dì sensa alcuna tenebre: lo nostro singnore Dio luce è di questo luogo".
[2] Simintendi, a. 1333 (prat.), L. 2, vol. 1, pag. 59.6: l'aurora risprende, e caccia via le tenebre.
[3] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 12, cap. 100, vol. 3, pag. 211.20: ogni scurazione del sole nel Cancro, che viene quasi de' cento anni una volta, è di grande significazione di mali a venire al secolo; imperò che 'l Cancro è ascendente del mondo, e più significa dove è in quella parte dell'emisperio ove fa tenebre...
[4] Destr. de Troya (ms. Parigi), XIV (napol.), L. 32, pag. 273.2: Ma l' altre nave che veniano appriesso, quando ipse nelle dicte tenebre ionsero a lo dicto luoco et audettero lo grande scrusso delle nave che se ortavano insembla a li dicti scogly, mantenente se voltaro in direto...
1.2 Meton. Condizione di oscurità (o mancanza di luce) correlata alla prigionia (anche in contesto fig.).
[1] Elegia giudeo-it. (ed. Natale), XIII (it. mediano), 106, pag. 138: trai noi de quista gattivanza, / de quista tenevri e scuranza...
[2] Lancia, Eneide volg., 1316 (fior.), L. 6, pag. 306.12: li corrotti e gravi e terreni corpi e li terreni e moritoj membri fanno l'anima grave e pigra: di questo temono e disiderano, allegransi e doglionsi, e chiuse in tenebre e in cieca carcere, non guatano il cielo...
[3] Boccaccio, Corbaccio, 1354-55, parr. 421-30, pag. 116.16: fu l' anima mia dal mortal corpo e dalle terrene tenebre sviluppata e sciolta e ridotta nell' aere puro...
1.3 [Eccles.] [Al plur.:] funzione liturgica celebrata nei tre giorni che precedono la Pasqua.
[1] Storia San Gradale, XIV po.q. (fior.), cap. 2, pag. 5.16: In quella notte che io mi giacea sì come voi avete udito dire, sì fue la notte ch'è in tra 'l giovedì asoluto e 'l venerdì santo, e, se piaque al Nostro Segnore ched egli '· ricevese in grado, io avea fato il servigio di mattino che si chiama tenebre.
[2] Stat. catan., c. 1344, cap. 6, pag. 36.4: li kirichi sianu tinuti di diri una psalmodia in kistu modu, zo esti: si esti festa cumandata e dichinussi IIII liciuni cum li psalmi festivali, chasquidunu dica la psalmodia di killu midemmi iornu; e lu simili ordinamu di li tri iorni di li tenebri.
2 Estens. Oscurità o opacità visiva (anche temporanea).
[1] Bestiario Tesoro volg., XIII ex. (pis.), cap. 137, pag. 105.23: Le nature deli serpenti sono cutale genneralemente: che quando elli invechiano e li loro ochi sono pieni di tenebre, elli digiunano lungamente e si guardano di mangiare...
[2] Ceffi, Pistole di Ovidio Nasone, c. 1325 (fior.), ep. 13, [Laodamia a Protesilao], pag. 551.1: allora si partì la luce dagl'occhi miei e rimasi sanza sangue e facto è tenebre agl'occhi miei, et èmmi decto ch'io caddi ginocchione.
[3] Simintendi, a. 1333 (prat.), L. 2, vol. 1, pag. 61.11: subitamente gli tremaro le ginocchia, ed ebbe le tenebre negli occhi per così grande lume...
- [In contesto fig.].
[4] Boccaccio, Decameron, c. 1370, IV, 3, pag. 284.22: niuna altra cosa è che un movimento subito e inconsiderato, da sentita tristizia sospinto, il quale, ogni ragion cacciata e gli occhi della mente avendo di tenebre offuscati, in ferventissimo furore accende l'anima nostra.
2.1 Fig. Condizione di assenza di evidenza.
[1] Albertano volg., 1275 (fior.), L. II, cap. 25, pag. 166.9: disse Cassiodoro: «Molto è mellio nasco(n)dere i(n) tenebre la cosa vitiosa ke isfacciatame(n)te divolgare q(ue)llo ch'è da incolpare».
[2] Bart. da San Concordio, 1302/1308 (pis.>fior.), dist. 23, cap. 3, par. 8, pag. 371.25: Avvegnaché alcuno atto paia che sotto profonde tenebre fatto sia, niuno è che nascondere si possa.
2.1.1 Locuz. avv. In tenebre: in modo non palese.
[1] Diatessaron, a. 1373 (fior.), cap. 45, pag. 232.28: Niuna cosa è coperta che non si riveli, nè occulta che non si sappia. Quello ch' io vi dico in tenebre, ditelo in lume; e quello che voi udite nell' orecchie, predicatelo sopra i tetti.
2.1.2 Oscurità di origine; vile condizione.
[1] Brunetto Latini, Pro rege Deiotaro (ed. Lorenzi), a. 1294 (fior.), pag. 252.16: questo è vero, che 'l re Deiotaro la tua famiglia scaduta e vile di tenebre trasse a lluce...
[2] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 3, cap. 8, vol. 1, pag. 141.23: Non pertantu tu valurusamenti lu refutasti commu homu qui era natu di non sachu quali tenebri e con sua exacrabili audacia intendia di usurpari la altruy gentiliza.
2.2 Fig. Cessazione del ricordo e della continuità della conoscenza relativa a qno o qsa. Estens. Condizione di dimenticanza e ignoranza.
[1] Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.), L. 4, cap. 4., pag. 297.5: Et Seneca disse: buona è l'oppinione degli uomini, et [del]la peccunia è più sicura; e la buona fama fa buono splendore ne le tenebre.
[2] Ecclesiaste volg. (vers. alfa), XIII ex. (fior.), cap. 6, pag. 214.2: Di questo do io sententia ch'egli fosse meglio k'e' non fosse nato. [4] Indarno ci nacque e vanne ale tenebre e sarà ispenta la sua memoria.
[3] <Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.)>, c. 4, pag. 67.7: sì come è detto di sopra, ridusse [[scil. Ippocrate]] in lume la medicina giaciuta per V anni in tenebre della morte d'Esculapio insino a llui...
[4] Lucano volg. (ed. Marinoni), 1330/40 (prat.), L. 9, cap. [vv. 950-86], pag. 358.12: La nostra Tessalia viverà e per niuno tempo sarà dannata alle tenebre!
[5] Anonimo rom., Cronica, a. 1360, cap. 1, pag. 4.11: Certo non fora convenevole che de esse remanga tenebre de ignoranzia per pigrizia de scrivere.
[6] Epist. a Quinto volg., XIV (tosc.), Prosa, pag. 8.7: E quale cosa si può trovare sì eccellente e desiderabile come cotesta virtù e temperanza d'animo e moderazione non essere occulta nelle tenebre né nascosa, anzi nella luce d'Asia negli occhi di così nobilissima provincia e negli orecchi d'ogni gente e nazione esser posta questa fama?
2.3 Fig. Condizione di scarsa chiarezza mentale, torpore della mente. Estens. Mancanza di lucidità propria di chi commette errori.
[1] Giordano da Pisa, Quar. fior., 1306 (pis.>fior.), 21, pag. 106.17: [[La fede]] è uno conoscimento di Dio in tenebra: ché conosciamo Idio in obscuritade di fede per le criature, per le scritture, ma l'amore non è in obscurità, anzi è in chiarità, ch'ami Idio in sé.
[2] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 7, cap. 2, vol. 2, pag. 108.26: A, menti humana incumbulyata intra densissimi tenebri, commu tu spargi li toy ceki pregheri in erruri manifestamenti amplu et grandi.
[3] Lancia, Chiose Purg., 1341/43 (fior.), c. 21, vv. 94-102, pag. 722.17: dice: della divina fiamma, quasi voglia dire che ne' poeti sia una gratia e uno spirito divino il quale allumina nelle tenebre della ignorantia li petti poetichi...
[4] Boccaccio, Epist., 1361, pag. 1123.7: La povertà è esercitatrice delle virtù sensitive e destatrice de' nostri ingegni, là dove la ricchezza quelle e questi addormenta ed in tenebre reduce la chiarezza dello intelletto.
[5] S. Caterina, Libro div. dottr., 1378 (sen.), cap. 144, pag. 330.22: Unde lo 'ntelletto sostengo che sia percosso da una tenebre di mente; e la memoria pare molte volte che sia privata del ricordamento di me.
[6] Arrighetto (ed. Battaglia), XIV (tosc.), L. 3, pag. 240.9: Mente cieca degli uomini, con quante tenebre d'errore tu se' sommersa, che tu riputi le cose sole pessime esser buone!
2.3.1 Ciò che risulta ostico e difficile da capire.
[1] Leggenda Aurea, XIV sm. (fior.), cap. 147, S. Taide, vol. 3, pag. 1285.25: Se tu hai vergogna de gli uomini, or non ti dovresti tu vergognare più del criatore tuo, il quale revela l'occulte cose de le tenebre?
[2] Contemptu mundi (III), XIV sm. (tosc.), cap. 17, pag. 213.11: Non saranno necessari e' testimoni in quello giudicio, perché allora saranno manifestate le cose nascoste delle tenebre.
2.3.2Meton. Ciò che sconvolge l'animo e fa venire meno la ragione (spec. rif. all'invidia).
[1] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 13.4, pag. 43: Socce tenebre de 'nvidia: - a onne ben post'ha ensidia; / de ben non ce arman vestigia, - sì la mente ha ottenebrata.
[2] Cavalca, Dialogo S. Greg., a. 1330 (pis.), L. 2, cap. 9, pag. 77.21: accecato di tenebre d' invidia venne a tanta malizia, che volendo uccidere san Benedetto presentogli sotto specie d' elemosina uno pane venenato.
3 Fig. Condizione di sviamento e ottundimento morale (spec. rif. allo stato di chi si trova al di fuori della grazia divina).
[1] Giordano da Pisa, Prediche, 1309 (pis.), 9, pag. 75.23: Le infermità dell'anima unde vegnono? Dalla tenebra, però che li homini non veggiono lo peccato quando lo fanno...
[2] Barlaam e Iosafas (Triv.), XIII/XIV (tosc.occ.>sett.), cap. 25, pag. 64.33: fo bategiato tucto lo populo, et alora fonno facti figliuoli di Dio color che erano figliuoli de tenebre...
[3] Simone Fidati, Ordine, c. 1333 (perug.), pt. II, cap. 6, pag. 680.10: vo predicando altrui e insegnando la via della luce; ed io rimango in tenebre.
[4] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 19, pag. 89.19: Et se 'l pensser è re' el menna con sì tenebre chi ascuran la mente, e questo si è 'l dagno e la penna de quel soçço peccao.
[5] Preci assis., XIV pm., 7, pag. 140.22: per tucte quelle persone, che sònno em peccato mortale o en alcuna tenebra o scurità de peccato...
[6] Sam Gregorio in vorgà , XIV m. (lig.), L. 3, cap. 30, pag. 202.11: E questo miracolo de lo lume mostrà Dee, açò che tuti poesen conose' che quelo logo da tenebre de eror era vegnuo a lume de veritae e de fe' catholica.
- Fras. Essere in tenebra, sedere, stare in tenebre.
[7] Giordano da Pisa, Prediche, 1309 (pis.), 9, pag. 75.31: Qualunque non àe modo debito in del vivere et in dell'opre sue, sì erra et così è in tenebra.
[8] Diatessaron, a. 1373 (fior.), cap. 22, pag. 221.24: Il populo che sedea in tenebre vide luce grande, e a coloro che sedeano in regione e ombra di morte, la luce apparve loro.
[9] Diatessaron, a. 1373 (fior.), cap. 144, pag. 322.19: Io luce sono venuto nel mondo, acciò che ogni uomo che crede in me non stia in tenebre.
- Fras. Andare in tenebre.
[10] Giordano da Pisa, Prediche, 1309 (pis.), 31, pag. 232.19: li homini vanno in tenebre perch'elli fanno tanti mali.
[11] <Zucchero, Esp. Pater, XIV in. (fior.)>, pag. 63.21: limosina dilibera e guarda di tutti peccati e di morte, e difende l'uomo che non vada in tenebre.
[12] Stat. sen., 1309-10 (Gangalandi), dist. 1, cap. 4, vol. 1, pag. 45.27: acciò che si scuopra la iniquità di coloro e' quali in tenebre vanno, imperciò che lo Signore non seguitano...
[13] Jacopo della Lana, Inf. (Rb), 1324-28 (bologn.), c. 2, v. 1, pag. 140.3: chi va o lassase correre in vita vicioxa sì va in tenebre.
[14] Ugo Panziera, Trattati, a. 1330 (tosc.occ.), 1, cap. 4, pag. 8v.3: Et chi segue me non va in tenebre: ma haverà el lume della vita.
[15] Giovanni Colombini, a. 1367 (sen.), 23, pag. 90.23: Partendoci da lui, partianci dalla luce, et andiamo in tenebre, noi lassiamo la soavità de le dolcezze et intriamo ne la multitudine degli amarori, noi di sani diventiamo infermi, noi di buoni rei, noi di iddii diavoli.
[1] Guittone, Lettere in prosa, a. 1294 (tosc.), 20, pag. 255.18: vizo infermo [[...]] non pò vedere verità loco, e, poi no la vede, non l'ama già; ma quello antico grande nemico nostro, che di tenebre è prince, poi l'à bendato el vizo, fallo macinare a sua guiza onni formento...
[2] Barlaam e Iosafas (Triv.), XIII/XIV (tosc.occ.>sett.), cap. 11, pag. 39.25: la cità che è dicta sì è questo mondo falso e inganatore; li citadini sono li principi e li diauli e li governatori dele tenebre di questo seculo che c'inganano colo dolciore dele cose temporali...
3.1.1 Meton. Segno di corruzione morale.
[1] Valerio Massimo, red. V1, a. 1336 (fior.), L. 3, cap. 8, pag. 248.20: Imprimamente rispuose, ch' elli non stimava, che la republica fosse coperta di tante tenebre, che infino a questa indignitade si venisse.
4 Fig. Momento di estrema difficoltà o degradazione personale; condizione avversa.
[1] Giordano da Pisa, Pred. Genesi 2, 1308 (pis.), 12, pag. 111.11: Anco tu che se' ricco puoi fare questo, che maritando una femina male disposta, è come traggerla di tenebra.
[2] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 3, cap. 5, vol. 1, pag. 125.23: Ha, dei boni, que tenebri suffristivu vuy qui nassissiru di cuntantu splenduri!
[3] Matteo Villani, Cronica, 1348/63 (fior.), L. 9, cap. 68, vol. 2, pag. 384.25: E stando in queste tenebre i· reame di Francia, e no· sanza pericolo, era per invidia e grave discordia cresciuta intra il conte di Fucis e quello d'Ormignacca...
[4] Libro del difenditore della pace, 1363 (fior.), diz. 1, cap. 1, par. 3, pag. 11.8: E così dunque ellino meccianti in sì gran tenebre son chaduti e trabocchati per la discordia nata intra lloro e lloro tencione...
[5] Filippo Villani, Cronica, p. 1363 (fior.), cap. 100, pag. 739.19: In queste tenebre e confusioni li governatori del Comune di Firenze per fuggire la grande e incomportabile spesa dell'arme, e' loro dangieri e pericoli, clome fu tocco in parte di sopra, e ne' segreti e plubichi consigli diterminarono che a ppace si venisse...
[1] Valerio Massimo, red. V1, a. 1336 (fior.), L. 5, cap. 2, pag. 343.14: Isforzandosi Marzio di distruggere la patria, mossa ismisurata oste di Volschi a le porti di Roma, minacciando morte e tenebre al romano imperio, la sua madre Veturia e la sua moglie Volunnia con suoi prieghi non soffersero ch' elli proseguisse la maladetta opera.
4.2 Condizione di angoscia e afflizione.
[1] Ciampolo di Meo Ugurgieri (ed. Lagomarsini), 1315/21 (sen.), L. 2, pag. 224.10: io afflitto traeva la vita mia in pianto con tenebra, e con isdegno trattava meco la morte dello amico mio non colpevole.
[2] Petrarca, Canzoniere, a. 1374, 359.24, pag. 442: Io non piango altro che me stesso / che son rimaso in tenebre e 'n martire...
- Fras. Stare in tenebre.
[3] Fioretti S. Francesco, 1370/90 (tosc.), cap. 49, pag. 206.23: «Soccorrimi, Signor mio, imperò che senza te, Salvatore mio dolcissimo, io sto in tenebre e in pianto; senza te, Agnello mansuetissimo, sto in angoscie e in paura...
4.2.1 Meton. Segno di afflizione.
[1] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), Luc. L. 7, cap. 5, pag. 201.19: Una ombra volava davanti a li loro occhi, che parieno loro parenti ch'erano morti longo tempo innanzi: parevan li loro visi pieni di tenebre...